giovedì 8 marzo 2018

La santità di Dio



"La santità di Dio è come una luce bianca: pura, semplice, completa. Ma quando quella luce splende, come sia, attraverso i prismi delle vite di creatura umana individuali, irrompe in una varietà infinita di colori... ogni colore rivela una dimensione unica della santità divina." - Vescovo Robert Barron



domenica 4 marzo 2018

Tempio

Oggi il vangelo ci presenta a Gesù indignato per vedere il tempio di Gerusalemme convertito in un mercato. Il sacerdote ci disse che l'edificio della chiesa è un posto che rispettiamo perché lì sta la presenza viva di Dio nel sacrario, Gesù nell'Santissimo Sacramento. E l'edificio ci serve per adorare lì a Dio. Ma dice non lascia di essere un edificio, ma certo che è la casa di Dio. E ci ricordò che noi battezzandoci ci trasformiamo in tempio dello Spirito Santo. E benché non c'esponesse la domanda si capisce che se siamo tempii dello Spirito Santo, dobbiamo rispettare a Dio coi nostri corpi. Ed allora si ci domandò: È la mia casa un tempio di Dio? Non me l'aspettava, so che la famiglia deve essere come una piccola chiesa, ma, la mia casa, tempio di Dio? Questo sì che è forte, il prete, con solo una domanda e senza tanta spiegazione ci lascia pensando in che la nostra vita deve stare completamente centrata in Dio, se sono tempio dello Spirito Santo, devo comportarmi come tale, rispettare allo Spirito Santo, come se stesse pregando nella chiesa o in messa. Sì, la mia casa per questo fatto, deve trasformarsi anche in una piccola chiesa, e devo continuare a rispettare a Dio nella mia casa come se fossi nella chiesa. Ricordo che anni fa ho pensato di offrire il diario della mia vita a Dio nella messa, e fare tutto come se fosse per Dio. Confesso che col passo degli anni ho lasciato questa pratica, ma ora il sacerdote con la sua domanda semplice ed al punto, me l'ha ricordato. E come si rispetta a Dio? Per questo ci sono i comandamenti della legge di Dio. Incominciando per amarlo  su tutte le cose. Solo che analizzando la proposta del sacerdote, mi sembra che sia qualcosa di difficile, benché non impossibile. Per il momento, propongo che questa quaresima, offriamo a Dio nostri giorni con le sue angosce, con le sue allegrie, coi suoi fallimenti, coi suoi risultati ed incominciamo a rispettare a Dio ovunque, non suolo nella chiesa, che come sappiamo già, Dio sta ovunque e come dice una canzone: "e ruba, ruba, ruba, ruba a Dio dei tempii dove lo rinchiudiamo tanti anni fa, lascialo libero  nella piazza, portalo anche al mercato del paese, perché Dio non è un Dio morto e se pensano che Egli è morto, sbagliati, sbagliati, sbagliati stanno."