venerdì 20 giugno 2025

il Miracolo

Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l'amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi.

Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime: "Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo".


La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito.


Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete.

"Per cos'è? Che cosa vuoi piccola?".


"È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo".

"Che cosa dici?" borbottò il farmacista.


"Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c'è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo".

Il farmacista accennò un sorriso triste.

"Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli".


"Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?".


C'era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall'aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione.


Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L'uomo si avvicinò a lei.

"Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?".


"Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…. È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un'operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho".

"Quanto hai?".


"Un dollaro e undici centesimi…. Ma, sapete…." Aggiunse con un filo di voce, "posso trovare ancora qualcosa….".


L'uomo sorrise "Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!". Con una mano raccolse la piccola somma e con l'altra prese dolcemente la manina della bambina.


"Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno".


Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.


Quell'uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che potè tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito.


"Questa operazione" mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata…".


La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi…. più, naturalmente l'amore e la fede di una bambina.


Se aveste almeno una fede piccola come un granello di senape, potreste dire a questo monte: "Spostati da qui a là e il monte si sposterà". Niente sarà impossibile per voi (Vangelo di Matteo 17,20).


- don Bruno Ferrero - 


dal libro: C'è ancora qualcuno che danza - edizioni Elledici

domenica 8 giugno 2025

Domenica di Pentecoste

 Oggi abbiamo celebrato il arrivo del Spirito Santo nella mia chiesa.   Come altri anni c'è stata una celebrazione dopo la messa.  Nel salone della chiessa avevano cibi di diverse paesi ed anche bandiere di tutto il mondo.  Quando sono arrivata una donna cantava una canzone di Pentecoste.  Ho prendito alimenti credo di Honduras e ho trovato una sieda e mi ho seduto.  Dopo la cantante c'erano i "matachines" cioè danzanti che ballano per la Vergine di Guadalupe.  Mi ho emozionata ed ho pianto un po, ero comossa perché indosavano i vestiti che indosavano i matachines del mio piccolo paese, ed facevano musica con i suoi vestiti.  Dopo loro hanno danzato Flamenco, una danza di Spagna.  Mi ha piaciuto il movemento dei suoi mani e di suoi piedi.  Dopo la danza azteca.  I danzanti indosavano come i nativi di Messico precolombino con penne sopra la sua testa.  Non gli ho visto molto perché io avevo di ritornare a casa.  Anche era il mio turno di proclamare la prima lettura dove si conta come il Spirito Santo ha venuto come lingue di fuoco sopra gli apostoli e como hanno cominciato a parlare in diverse lingue.  È accaduto anche alla mia chiessa.  Bene, la seconda lettura fu letta in dialetto Che, un dialetto di Guatemala.  Io ho letto in Spagnolo.