martedì 28 aprile 2020

Isaia 58:11


"... e tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai."




Ieri ho dipinto questa citazione biblica in una Bibbia che mi è stata regalata per il mio compleanno due anni fa. Mi è sembrata così bella, soprattutto perché mi piacciono i giardini. Immagini il giardino essendo irrigato dall'amore di Dio, che è così come tutto sussiste. Se lo vediamo nel contesto, la Bibbia dice che questo accadrà se pratichiamo la giustizia, e digiuniamo un digiuno misericordioso, almeno io l'ho capito così. Speriamo e vediamo al di là dei nostri bisogni, come ci chiede Papa Francesco, e aiutiamo con la misura dell'amore, che è amare senza misura, aiutare senza misura. Non per questo carità nella cristianità è sinonimo di amore, non è dare ciò che ti avanza, è condividere per amore. E allora saremo quel giardino, pieno di fiori, quella sorgente che dà da bere dell'amore di Dio, che è la sua fonte.  Nei miei appunti ho scritto che mi piacerebbe essere un raggio di luce per illuminare con la luce di Gesù, e leggendo la citazione biblica e pensato a questo blog. Aspetto sia come un fiore di luce, che sparge il suo profumo almeno su questo blog, su questo, mio giardino, il profumo dell'amore di Dio.

venerdì 17 aprile 2020

Tutto Cambia

"Cambia, tutto cambia" dice una canzone in spagnolo.  Nel principio di primavera ero triste, perché il giardino di mio papà era quasi vuoto.  Ma la primavera ha arrivato tardi, in Aprile.  Oggi guardavo a facebook scatti delle fiore che mia sorella a messo al facebook.  Ci sono molte, le rose hanno fiorito, anche gli meraviglie, ed altre dei quale non so il nome.  E tutto arrivata la Pasqua.  Penso, come a volte siamo così sconvolti per non pensare nella speranza del futuro.  Tutto cambia, il mio giardino, o meglio, il giardino di mio papà rinasce altra volta.  Questo mondo, adesso con atmosfera grigia, ha gia colori di speranza, perché  Dio non ci lascia nel buio, Gesù è risorto ed è risorta anche nostra speranza, una speranza d'amore di chi ci ha creati, Gesù è questa speranza.

lunedì 13 aprile 2020

Un seme

Io piantato un seme
Nel internet
Oggi i frutti sono
30,000 visite
Pensi in un giorno?
No, in realtà,
Molti anni,
Aspetto e avere preso
Luce al tuo giorno.🌟

domenica 12 aprile 2020

Egli Regna Sopra la Mia Paura

Risuscitò! Egli vive,
Gesù il Nazareno
Trionfò sulla morte,
Perché devo avere paura?
Camminò sull'acqua!
Moltiplicò i pani!
Ha fatto vedere i ciechi!
Gli storpi hanno camminato,
e i morti hanno restituito la vita,
perché Egli regna sulla vita e sulla morte.
Dovrebbe aver paura?
I demoni? No! Li tirò fuori dalle anime .
 Alle tempeste? No! Fermò al vento.
 Egli parla e l'intero universo ascolta
perché devo avere paura?
 Per me ha vinto il peccato,
 ha vinto per me la morte,
ha risuscitato il primo...
Perché è Primo in tutto,
Perché tutto può,
Lui è la nostra speranza,
Lui è la vita,
 Chi crede in Lui non muore!
Credi questo? ti chiede,
Se credi questo, non temere,
che nulla è impossibile,
Per Lui, che vive e regna!
Si! Lui: Gesù, la nostra speranza.


venerdì 10 aprile 2020

Ebrei 9:14

Ebrei 9,14





..quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente!

domenica 5 aprile 2020

Omelia del Santo Papa Francesco. Domenica delle Palme


Gesù «svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo» (Fil 2,7). Lasciamoci introdurre da queste parole dell’apostolo Paolo nei giorni santi, dove la Parola di Dio, come un ritornello, mostra Gesù come servo: Giovedì santo è il servo che lava i piedi ai discepoli; Venerdì santo è presentato come il servo sofferente e vittorioso (cfr Is 52,13); e già domani Isaia profetizza di Lui: «Ecco il mio servo che io sostengo» (Is 42,1). Dio ci ha salvato servendoci. In genere pensiamo di essere noi a servire Dio. No, è Lui che ci ha serviti gratuitamente, perché ci ha amati per primo. È difficile amare senza essere amati. Ed è ancora più difficile servire se non ci lasciamo servire da Dio.
Ma - una domanda - in che modo ci ha servito il Signore? Dando la sua vita per noi. Gli siamo cari e gli siamo costati cari. Santa Angela da Foligno testimoniò di aver sentito da Gesù queste parole: «Non ti ho amata per scherzo». Il suo amore lo ha portato a sacrificarsi per noi, a prendere su di sé tutto il nostro male. È una cosa che lascia a bocca aperta: Dio ci ha salvati lasciando che il nostro male si accanisse su di Lui. Senza reagire, solo con l’umiltà, la pazienza e l’obbedienza del servo, esclusivamente con la forza dell’amore. E il Padre ha sostenuto il servizio di Gesù: non ha sbaragliato il male che si abbatteva su di Lui, ma ha sorretto la sua sofferenza, perché il nostro male fosse vinto solo con il bene, perché fosse attraversato fino in fondo dall’amore. Fino in fondo.
Il Signore ci ha serviti fino a provare le situazioni più dolorose per chi ama: il tradimento e l’abbandono.
Il tradimento. Gesù ha subito il tradimento del discepolo che l’ha venduto e del discepolo che l’ha rinnegato. È stato tradito dalla gente che lo osannava e poi ha gridato: «Sia crocifisso!» (Mt 27,22). È stato tradito dall’istituzione religiosa che l’ha condannato ingiustamente e dall’istituzione politica che si è lavata le mani. Pensiamo ai piccoli o grandi tradimenti che abbiamo subito nella vita. È terribile quando si scopre che la fiducia ben riposta viene ingannata. Nasce in fondo al cuore una delusione tale, per cui la vita sembra non avere più senso. Questo succede perché siamo nati per essere amati e per amare, e la cosa più dolorosa è venire traditi da chi ha promesso di esserci leale e vicino. Non possiamo nemmeno immaginare come sia stato doloroso per Dio, che è amore.
Guardiamoci dentro. Se siamo sinceri con noi stessi, vedremo le nostre infedeltà. Quante falsità, ipocrisie e doppiezze! Quante buone intenzioni tradite! Quante promesse non mantenute! Quanti propositi lasciati svanire! Il Signore conosce il nostro cuore meglio di noi, sa quanto siamo deboli e incostanti, quante volte cadiamo, quanta fatica facciamo a rialzarci e quant’è difficile guarire certe ferite. E che cosa ha fatto per venirci incontro, per servirci? Quello che aveva detto per mezzo del profeta: «Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente» (Os 14,5). Ci ha guariti prendendo su di sé le nostre infedeltà, togliendoci i nostri tradimenti. Così che noi, anziché scoraggiarci per la paura di non farcela, possiamo alzare lo sguardo verso il Crocifisso, ricevere il suo abbraccio e dire: “Ecco, la mia infedeltà è lì, l’hai presa Tu, Gesù. Mi apri le braccia, mi servi col tuo amore, continui a sostenermi… Allora vado avanti!”.
L’abbandono. Sulla croce, nel Vangelo odierno, Gesù dice una frase, una sola: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46). È una frase forte. Gesù aveva sofferto l’abbandono dei suoi, che erano fuggiti. Ma gli rimaneva il Padre. Ora, nell’abisso della solitudine, per la prima volta lo chiama col nome generico di “Dio”. E gli grida «a gran voce» il “perché?”, il “perché?” più lacerante: “Perché anche Tu mi hai abbandonato?”. Sono in realtà le parole di un Salmo (cfr 22,2): ci dicono che Gesù ha portato in preghiera anche la desolazione estrema. Ma resta il fatto che l’ha provata: ha provato l’abbandono più grande, che i Vangeli testimoniano riportando le sue parole originali.
Perché tutto questo? Ancora una volta per noi, per servirci. Perché quando ci sentiamo con le spalle al muro, quando ci troviamo in un vicolo cieco, senza luce e via di uscita, quando sembra che perfino Dio non risponda, ci ricordiamo di non essere soli. Gesù ha provato l’abbandono totale, la situazione a Lui più estranea, per essere in tutto solidale con noi. L’ha fatto per me, per te, per tutti noi, lo ha fatto per dirci: “Non temere, non sei solo. Ho provato tutta la tua desolazione per essere sempre al tuo fianco”. Ecco fin dove ci ha serviti Gesù, calandosi nell’abisso delle nostre sofferenze più atroci, fino al tradimento e all’abbandono. Oggi, nel dramma della pandemia, di fronte a tante certezze che si sgretolano, di fronte a tante aspettative tradite, nel senso di abbandono che ci stringe il cuore, Gesù dice a ciascuno: “Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio, che ti sostiene”.
Cari fratelli e sorelle, che cosa possiamo fare dinanzi a Dio che ci ha serviti fino a provare il tradimento e l’abbandono? Possiamo non tradire quello per cui siamo stati creati, non abbandonare ciò che conta. Siamo al mondo per amare Lui e gli altri. Il resto passa, questo rimane. Il dramma che stiamo attraversando in questo tempo ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore. Allora, in questi giorni santi, a casa, stiamo davanti al Crocifisso - guardate, guardate il Crocifisso! -, misura dell’amore di Dio per noi. Davanti a Dio che ci serve fino a dare la vita, chiediamo, guardando il Crocifisso, la grazia di vivere per servire. Cerchiamo di contattare chi soffre, chi è solo e bisognoso. Non pensiamo solo a quello che ci manca, pensiamo al bene che possiamo fare.
Ecco il mio servo che io sostengo. Il Padre, che ha sostenuto Gesù nella Passione, incoraggia anche noi nel servizio. Certo, amare, pregare, perdonare, prendersi cura degli altri, in famiglia come nella società, può costare. Può sembrare una via crucis. Ma la via del servizio è la via vincente, che ci ha salvati e che ci salva, ci salva la vita. Vorrei dirlo specialmente ai giovani, in questa Giornata che da 35 anni è dedicata a loro. Cari amici, guardate ai veri eroi, che in questi giorni vengono alla luce: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno sé stessi per servire gli altri. Sentitevi chiamati a mettere in gioco la vita. Non abbiate paura di spenderla per Dio e per gli altri, ci guadagnerete! Perché la vita è un dono che si riceve donandosi. E perché la gioia più grande è dire sì all’amore, senza se e senza ma. Dire sì all’amore, senza se e senza ma. Come ha fatto Gesù per noi.

sabato 4 aprile 2020

Salmo 20:7

Gli uni confidano nei carri, gli altri nei cavalli;
ma noi invocheremo il nome del Signore, del nostro Dio.