lunedì 30 ottobre 2017

Discorso 19: 2-3

Perché Dio perdoni, tu riconosci e punisci il tuo peccato.
2. La mia colpa, dice, io la riconosco. Se io la riconosco, tu perdona. Cerchiamo di viver bene, ma, pur vivendo bene, non possiamo avere la presunzione di essere senza peccato. Per quanto una vita possa esser degna di lode, si ha sempre bisogno di chiedere perdono. Gli uomini senza speranza quanto meno badano ai propri peccati, tanto più ficcano il naso su quelli degli altri; e li indagano non per correggerli, ma per criticarli. E dato che non possono scusare se stessi, son sempre pronti ad accusare gli altri. Costui invece, dicendo: Poiché la mia colpa io la riconosco e il mio peccato mi sta sempre dinanzi, ci ha mostrato un esempio ben diverso di pregare e di dar soddisfazione a Dio. Egli non ha badato ai peccati altrui. Citava in giudizio se stesso, e non si accarezzava la pelle, ma si scavava dentro e penetrava in se stesso in profondità. Non perdonava a se stesso e perciò non era presunzione se pregava che gli venisse perdonato. Perché il peccato, o fratelli, non può restare impunito. Se il peccato restasse impunito, sarebbe un'ingiustizia: perciò senza dubbio deve essere punito. Questo ti dice il tuo Dio: "Il peccato deve essere punito o da te, oppure da me". Il peccato perciò viene punito o dall'uomo quando si pente, oppure da Dio quando giudica. Viene perciò punito o da te senza di te, oppure da Dio insieme a te. Che cos'è infatti la penitenza se non l'ira contro se stesso? Chi si pente, si adira con se stesso. E lo stesso battersi il petto, se si fa sinceramente, da che cosa proviene? Perché ti batti, se non sei adirato? Quando perciò ti batti il petto, è perché sei adirato col tuo cuore e vuoi dar soddisfazione al tuo Signore. E potrebbe essere interpretato anche in questo senso il passo della Scrittura: Adiratevi e non vogliate peccare. Adirati perché hai peccato e, punendo te stesso, non voler più peccare. Risuscita il cuore con la penitenza e questo sarà il sacrificio al Signore.
Il cuore contrito ed umiliato è il sacrificio che placa Dio.
3. Vuoi metterti in pace con Dio? Impara quel che devi fare con te stesso, perché Dio si metta in pace con te. Osserva cosa si legge nel medesimo salmo: Perché se tu avessi gradito il sacrificio, l'avrei offerto volentieri; ma tu non accetti olocausti. E allora non hai un sacrificio da offrire? Non potrai offrir nulla, non potrai placare Dio con nessuna offerta? Che cosa hai detto? Se tu avessi gradito il sacrificio, l'avrei offerto volentieri; ma tu non accetti olocausti. Continua, ascolta, ripeti: Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato Dio non lo disprezza. Rifiutato ciò che tu volevi offrire, ecco ora che cosa puoi offrire. Tu volevi offrire le tradizionali vittime di pecore; questi eran chiamati sacrifici. Se avessi gradito il sacrificio, l'avrei offerto volentieri. Ma tu queste cose non le accetti, e tuttavia un sacrificio lo vuoi. E il tuo popolo ti chiede: "Che cosa potrò offrire, non potendo più offrire quello che offrivo prima?". Perché è sempre lo stesso popolo: alcuni muoiono, altri nascono, ma è sempre lo stesso popolo. Son mutati i sacramenti, ma non la fede. Son mutati i segni coi quali veniva significato qualcosa, ma non la cosa che veniva significata. In luogo di Cristo l'ariete, in luogo di Cristo l'agnello, in luogo di Cristo il vitello, in luogo di Cristo il caprone, ma è sempre il Cristo. L'ariete, perché va avanti al gregge: esso fu trovato tra gli spini, quando al padre Abramo fu ordinato, sì, di risparmiare il figlio, ma di non andarsene senza aver offerto un sacrificio. E Isacco era il Cristo, e l'ariete era il Cristo. Isacco portava la legna per sé  Cristo si era caricato il peso della propria croce. In luogo di Isacco ci fu l'ariete; ma non fu Cristo in luogo di Cristo. Ma Cristo fu sia in Isacco che nell'ariete. L'ariete era impigliato con le corna tra gli spini; chiedi un po' ai giudei con che cosa abbiano coronato il Signore. Cristo è l'agnello: Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Egli è il toro: pensa ai corni della croce. Egli è il capro per la somiglianza della carne del peccato. Tutte queste cose sono come velate fino a che non salga il giorno e si dissolvano le ombre. Perciò in questo medesimo Cristo Signore, non solo in quanto Verbo, ma anche in quanto mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, credettero anche gli antichi padri e questa medesima fede, predicando e profetando, trasmisero a noi. È per questo che l'Apostolo dice: Animati dallo stesso spirito di fede per il quale è stato scritto: Ho creduto e per questo ho parlato... Siamo animati da quello stesso spirito che ebbero coloro che scrissero: Ho creduto e per questo ho parlato. Perciò avendo noi lo stesso spirito di fede, dice, per il quale è stato scritto dagli antichi: Ho creduto e per questo ho parlato, noi pure crediamo e per questo parliamo . Quando, dunque il santo Davide diceva: Perché se tu avessi gradito il sacrificio, l'avrei offerto volentieri; ma tu non accetti olocausti, a quel tempo si offrivano a Dio quei sacrifici che adesso non si offrono più. Perciò così cantando, profetava, trascendeva il presente e prevedeva il futuro. Ma tu, dice, non accetti olocausti. E allora, dato che non accetti olocausti, dovrai restare senza sacrificio? Questo no. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato Dio non lo disprezza. Ecco dunque che hai che cosa offrire. Non girare lo sguardo in cerca del gregge, non preparare navigli per recarti in lontane regioni onde apportarne aromi. Cerca dentro al tuo cuore cosa ci può essere di gradito a Dio. È il cuore che si deve spezzare. Temi forse che, spezzato, abbia a perire? Ma nello stesso salmo trovi: Crea in me, o Dio, un cuore puro. Affinché dunque possa esser creato un cuore puro, bisogna che venga spezzato quello impuro.

domenica 29 ottobre 2017

L'Amore


Oggi il Vangelo ci parla del comandamento più importante: Amare Dio con tutto il tuo cuore, tutta la tua mente e tutta la tua anima.  Gesù ci ha detto anche che il secondo comandamento più importante è amare il prossimo.  Il prete ci ha invitato a cercare cosa è l'amore.  Cosa è l'amore?  Ha citato 1 Giovanni 4:8 "Dio è amore".  Quindi dobbiamo guardare Dio come riferimento a l'amore.  Ci ha detto per amore "Dio ha amato tanto al mondo che gli ha dato il Suo Unico Figlio." (Giovanni 3:16)  Ci ha detto anche non c'e altra cosa più grande che dare la vita per gli amici, e Gesù ha fatto questo, dare la vita per noi.  Una definizione d'amore in riferimento a Dio.  E Gesù, ha detto, ci chiederà,o dirà "Avevo sete e mi avete dato da bere", "Avevo fame e mi avete dato da mangiare", "ero forestiero e mi avete ospitato" "Ero malato e mi avete visitato" "Ero nudo e mi avete vestito" "ero carcerato e avete vinuto a trovarmi", " se lo avessi fatto a uno de miei fratelli più piccoli l'avete fatto a me."  Gesù a vissuto la sua vita guarendo i malati, resuscitando morti, moltiplicando il pane per gli affamati.  E io penso, cosi Dio vuole essere amato, attraverso il prossimo, Dio vuole che viviamo la vita per Lui, che diamo la vita per nostri amici, amare como Lui ci ha amati. Questo é l'amore, questo è l'amare Dio.





mercoledì 25 ottobre 2017

Grazie per le 10,000 visite


10,000 GRAZIE PER OGNI VISITA
A TE E A GESU
CHE E CHI NOI SEGUIAMO
DIO CI DONI LUCE
PER ILLUMINARE
IL BUIO DEL CUORE
E POSSIAMO ASCOLTARE
A CHI CI ASPETA
E CI PARLA DENTRO.


Ho pensato a te


mercoledì 18 ottobre 2017

Mia Speranza




Ho pianto
Le mie lacrime
Mi sono ricordato
De la sofferenza
Che per me
Avete vissuto
E, questo era, si,
Troppo,
Solamente Tu
Avete reso la mia gioia
Ho visto la vostra luce
Ho vissuto
La vostra resurrezione
Ed ecco
Che hai iluminato 
Il cuore ferito.
Vivi 
E Tu chiudi il pianto.
Ho creduto,
Credo,
E sono testimone:
Tu la gioia,
la vita,
Mia speranza.


Il mio poema, tradotto per me.  Perchê sempre sia Pasqua in nostri cuori.


sabato 14 ottobre 2017

Collana con frasi

Oggi indossavo al collo.

"Non possiamo sempre fare grandi cose nella vita, ma possiamo fare piccole cose con grande Amore."

- Madre Teresa

venerdì 13 ottobre 2017

1 Tessalonicesi 5:16-18




16 Siate sempre contenti 17 e continuate a pregare. 18 Qualunque cosa accada, ringraziate sempre il Signore, perché è questo che Dio vuole da voi che appartenete a Gesù Cristo.


Riflessione: Pensavo mentre legevo, che dobbiamo essere sempre felici, perché qualcosa accada e questo lo che Dio vuole per noi, e se Dio lo vuole cosi e per il nostro bene.  Penso forse benche a volte ci sono cose che non ci piaci, forse Dio cerca di avinicarci a Lui, che pensiamo a Dio altra volta.  Perche come dice la Bibbia dobbiamo sempre pregare, sempre, quando abbiamo del bene, e quando no, quando abbiamo bisogno di aiuto e quando no, e sempre sempre ringraziare Dio per ogni cosa, questo perche siamo di Cristo, che ha accettato in tutto la volontà del Padre, fino alla morte.  E per questo e stato glorificato con la resurrezione.  Facciamo quindi come Gesù.

giovedì 5 ottobre 2017

Christifidelis Laici - 17

 La vocazione dei fedeli laici alla santità comporta che la vita secondo lo Spirito si esprima in modo peculiare nel loro inserimento nelle realtà temporali e nella loro partecipazione alle attività terrene. E' ancora l'apostolo ad ammonirci: «Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre» (Col 3, 17). Riferendo le parole dell'apostolo ai fedeli laici, il Concilio afferma categoricamente: «Né la cura della famiglia né gli altri impegni secolari devono essere estranei all'orientamento spirituale della vita»(45). A loro volta i Padri sinodali hanno detto: «L'unità della vita dei fedeli laici è di grandissima importanza: essi, infatti, debbono santificarsi nell'ordinaria vita professionale e sociale. Perché possano rispondere alla loro vocazione, dunque, i fedeli laici debbono guardare alle attività della vita quotidiana come occasione di unione con Dio e di compimento della sua volontà, e anche di servizio agli altri uomini, portandoli alla comunione con Dio in Cristo»(46).



....

Al termine di queste riflessioni, destinate a definire la condizione ecclesiale del fedele laico, ritorna alla mente il celebre monito di San Leone Magno: «Agnosce, o Christiane, dignitatem tuam»(48). E' lo stesso monito di San Massimo, vescovo di Torino, rivolto a quanti avevano ricevuto l'unzione del santo Battesimo: «Considerate l'onore che vi è fatto in questo mistero!»(49). Tutti i battezzati sono invitati a riascoltare le parole di Sant'Agostino: «Rallegriamoci e ringraziamo: siamo diventati non solo cristiani, ma Cristo (...). Stupite e gioite: Cristo siamo diventati

Christifideles Laici - 16

La vita secondo lo Spirito, il cui frutto è la santificazione (cf. Rom 6, 22; Gal 5, 22), suscita ed esige da tutti e da ciascun battezzato la sequela e l'imitazione di Gesù Cristo, nell'accoglienza delle sue Beatitudini, nell'ascolto e nella meditazione della Parola di Dio, nella consapevole e attiva partecipazione alla vita liturgica e sacramentale della Chiesa, nella preghiera individuale, familiare e comunitaria, nella fame e nella sete di giustizia, nella pratica del comandamento dell'amore in tutte le circostanze della vita e nel servizio ai fratelli, specialmente se piccoli, poveri e sofferenti.

mercoledì 4 ottobre 2017

Christifidelis Laici - 15

l «mondo» diventa così l'ambito e il mezzo della vocazione cristiana dei fedeli laici, perché esso stesso è destinato a glorificare Dio Padre in Cristo. Il Concilio può allora indicare il senso proprio e peculiare della vocazione divina rivolta ai fedeli laici. Non sono chiamati ad abbandonare la posizione ch'essi hanno nel mondo. Il Battesimo non li toglie affatto dal mondo, come rileva l'apostolo Paolo: «Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando è stato chiamato» (1 Cor 7, 24); ma affida loro una vocazione che riguarda proprio la situazione intramondana: i fedeli laici, infatti, «sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio della loro funzione propria e sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo a rendere visibile Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro vita e con il fulgore della fede, della speranza e della carità»(37). Così l'essere e l'agire nel mondo sono per i fedeli laici una realtà non solo antropologica e sociologica, ma anche e specificamente teologica ed ecclesiale. Nella loro situazione intramondana, infatti, Dio manifesta il suo disegno e comunica la particolare vocazione di «cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio»(38).

Christifideles Laici - 14

Ecco un nuovo aspetto della grazia e della dignità battesimale: i fedeli laici partecipano, per la loro parte, al triplice ufficio _ sacerdotale, profetico e regale _ di Gesù Cristo. E questo un aspetto non mai dimenticato dalla tradizione viva della Chiesa, come appare, ad esempio, dalla spiegazione che del Salmo 26 offre Sant'Agostino. Scrive: «Davide fu unto re. A quel tempo si ungevano solo il re e il sacerdote. In queste due persone era prefigurato il futuro unico re e sacerdote, Cristo (e perciò "Cristo" viene da "crisma"). Non solo però è stato unto il nostro capo, ma siamo stati unti anche noi, suo corpo (...). Perciò l'unzione spetta a tutti i cristiani, mentre al tempo dell'Antico Testamento apparteneva a due sole persone. Appare chiaro che noi siamo il corpo di Cristo dal fatto che siamo tutti unti e tutti in lui siamo cristi e Cristo, perché in certo modo la testa e il corpo formano il Cristo nella sua integrità»(19)....

I fedeli laici sono partecipi dell'ufficio sacerdotale, per il quale Gesù ha offerto Se stesso sulla Croce e continuamente si offre nella celebrazione eucaristica a gloria del Padre per la salvezza dell'umanità. Incorporati a Gesù Cristo, i battezzati sono uniti a Lui e al suo sacrificio nell'offerta di se stessi e di tutte le loro attività (cf. Rom 12, 1-2). Parlando dei fedeli laici il Concilio dice: «Tutte le loro opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e persino le molestie della vita se sono sopportate con pazienza, diventano spirituali sacrifici graditi a Dio per Gesù Cristo (cf. 1 Pt 2, 5), i quali nella celebrazione dell'Eucaristia sono piissimamente offerti al Padre insieme all'oblazione del Corpo del Signore. Così anche i laici, operando santamente dappertutto come adoratori, consacrano a Dio il mondo stesso»(23)
La partecipazione all'ufficio profetico di Cristo, «il quale e con la testimonianza della vita e con la virtù della parola ha proclamato il Regno del Padre»(24), abilita e impegna i fedeli laici ad accogliere nella fede il Vangelo e ad annunciarlo con la parola e con le opere non esitando a denunciare coraggiosamente il male. Uniti a Cristo, il «grande profeta» (Lc 7, 16), e costituiti nello Spirito «testimoni» di Cristo Risorto, i fedeli laici sono resi partecipi sia del senso di fede soprannaturale della Chiesa che «non può sbagliarsi nel credere» (25) sia della grazia della parola (cf. At 2, 17-18; Ap 19, 10); sono altresì chiamati a far risplendere la novità e la forza del Vangelo nella loro vita quotidiana, familiare e sociale, come pure ad esprimere, con pazienza e coraggio, nelle contraddizioni dell'epoca presente la loro speranza nella gloria «anche attraverso le strutture della vita secolare»(26).
Per la loro appartenenza a Cristo Signore e Re dell'universo i fedeli laici partecipano al suo ufficio regale e sono da Lui chiamati al servizio del Regno di Dio e alla sua diffusione nella storia. Essi vivono la regalità cristiana, anzitutto mediante il combattimento spirituale per vincere in se stessi il regno del peccato (cf. Rom 6, 12), e poi mediante il dono di sé per servire, nella carità e nella giustizia, Gesù stesso presente in tutti i suoi fratelli, soprattutto nei più piccoli (cf. Mt 25, 40).

Christifideles Laici - 13

Lo Spirito Santo «unge» il battezzato, vi imprime il suo indelebile sigillo (cf. 2 Cor 1, 21-22), e lo costituisce tempio spirituale, ossia lo riempie della santa presenza di Dio grazie all'unione e alla conformazione a Gesù Cristo.
Con questa spirituale «unzione», il cristiano può, a suo modo, ripetere le parole di Gesù: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore» (Lc 4, 18-19; cf. Is 61, 1-2). Così con l'effusione battesimale e cresimale il battezzato partecipa alla medesima missione di Gesù il Cristo, il Messia Salvatore.

Christifideles Laici - 12

Il Battesimo significa e produce un'incorporazione mistica ma reale al corpo crocifisso e glorioso di Gesù. Mediante il sacramento Gesù unisce il battezzato alla sua morte per unirlo alla sua risurrezione (cf. Rom 6, 3-5), lo spoglia dell'«uomo vecchio» e lo riveste dell'«uomo nuovo», ossia di Se stesso: «Quanti siete stati battezzati in Cristo _ proclama l'apostolo Paolo _ vi siete rivestiti di Cristo» (Gal 3,27; cf. Ef 4, 22-24; Col 3, 9-10). Ne risulta che «noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo» (Rom 12, 5).

Christifideles Laici - 11

Con il santo Battesimo diventiamo figli di Dio nell'Unigenito suo Figlio, Cristo Gesù. Uscendo dalle acque del sacro fonte, ogni cristiano riascolta la voce che un giorno si è udita sulle rive del fiume Giordano: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Lc 3, 22), e capisce che è stato associato al Figlio prediletto, diventando figlio di adozione (cf. Gal 4, 4-7) e fratello di Cristo. Si compie così nella storia di ciascuno l'eterno disegno del Padre: «quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli» (Rom 8, 29).

Christifideles Laici - 10

Non è esagerato dire che l'intera esistenza del fedele laico ha lo scopo di portarlo a conoscere la radicale novità cristiana che deriva dal Battesimo, sacramento della fede, perché possa viverne gli impegni secondo la vocazione ricevuta da Dio. Per descrivere la «figura» del fedele laico prendiamo ora in esplicita e più diretta considerazione, tra gli altri, questi tre fondamentali aspetti: ilBattesimo ci rigenera alla vita dei figli di Dio, ci unisce a Gesù Cristo e al suo Corpo che è la Chiesa, ci unge nello Spirito Santo costituendoci templi spirituali.

CHRISTIFIDELES LAICI - GIOVANNI PAOLO II - FRAMMENTI DELLA INTRODUZIONE

1...

La parabola evangelica spalanca davanti al nostro sguardo l'immensa vigna del Signore e la moltitudine di persone, uomini e donne, che da Lui sono chiamate e mandate perché in essa abbiano a lavorare. La vigna è il mondo intero (cf. Mt 13, 38), che dev'essere trasformato secondo il disegno di Dio in vista dell'avvento definitivo del Regno di Dio


2...
Andate anche voi. La chiamata non riguarda soltanto i Pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a tutti: anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore, dal quale ricevono una missione per la Chiesa e per il mondo. Lo ricorda S. Gregorio Magno che, predicando al popolo, così commenta la parabola degli operai della vigna: « Guardate al vostro modo di vivere, fratelli carissimi, e verificate se siete già operai del Signore. Ciascuno valuti quello che fa e consideri se lavora nella vigna del Signore »(2).

3...

La voce del Signore risuona certamente nell'intimo dell'essere stesso d'ogni cristiano, che mediante la fede e i sacramenti dell'iniziazione cristiana è configurato a Gesù Cristo, è inserito come membro vivo nella Chiesa ed è soggetto attivo della sua missione di salvezza. La voce del Signore passa però anche attraverso le vicende storiche della Chiesa e dell'umanità, come ci ricorda il Concilio: «Il Popolo di Dio, mosso dalla fede, per cui crede di essere condotto dallo Spirito del Signore, che riempie l'universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza e del disegno di Dio. La fede infatti tutto rischiara di una luce nuova e svela le intenzioni di Dio sulla vocazione integrale dell'uomo, e perciò guida l'intelligenza verso soluzioni pienamente umane»(6).

...
E' necessario, allora, guardare in faccia questo nostro mondo, con i suoi valori e problemi, le sue inquietudini e speranze, le sue conquiste e sconfitte: un mondo le cui situazioni economiche, sociali, politiche e culturali presentano problemi e difficoltà più gravi rispetto a quello descritto dal Concilio nella Costituzione pastorale Gaudium et spes(7). E' comunque questa la vigna, è questo il campo nel quale i fedeli laici sono chiamati a vivere la loro missione. Gesù li vuole, come tutti i suoi discepoli, sale della terra e luce del mondo (cf. Mt 5, 13-14). Ma qual è il volto attuale della «terra» e del «mondo», di cui i cristiani devono essere «sale» e «luce»?


4...
E' veramente grave il fenomeno attuale del secolarismo: non riguarda solo i singoli, ma in qualche modo intere comunità, come già rilevava il Concilio: «Moltitudini crescenti praticamente si staccano dalla religione»(8). Più volte io stesso ho ricordato il fenomeno della scristianizzazione che colpisce i popoli cristiani di vecchia data e che reclama, senza alcuna dilazione, una nuova evangelizzazione.

5...
Ma la sacralità della persona non può essere annullata, quantunque essa troppo spesso venga disprezzata e violata: avendo il suo incrollabile fondamento in Dio Creatore e Padre, la sacralità della persona torna ad imporsi, sempre e di nuovo.
Di qui il diffondersi sempre più vasto e l'affermarsi sempre più forte del senso della dignità personale di ogni essere umano. Una corrente benefica oramai percorre e pervade tutti i popoli della terra, resi sempre più consapevoli della dignità dell'uomo: non è affatto una «cosa» o un «oggetto» di cui servirsi, ma è sempre e solo un «soggetto», dotato di coscienza e di libertà, chiamato a vivere responsabilmente nella società e nella storia, ordinato ai valori spirituali e religiosi.

6...
D'altra parte, del tutto insopprimibile è l'aspirazione dei singoli e dei popoli al bene inestimabile della pace nella giustizia. La beatitudine evangelica: «Beati gli operatori di pace» (Mt 5, 9) trova negli uomini del nostro tempo una nuova e significativa risonanza: per l'avvento della pace e della giustizia popolazioni intere oggi vivono, soffrono e lavorano. La partecipazione di tante persone e gruppi alla vita della società è la strada oggi sempre più percorsa perché da desiderio la pace diventi realtà. Su questa strada incontriamo tanti fedeli laici generosamente impegnati nel campo sociale e politico, nelle più varie forme sia istituzionali che di volontariato e di servizio agli ultimi.

7...
La Chiesa sa di essere mandata da Lui come «segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano»(11).
Nonostante tutto, dunque, l'umanità può sperare, deve sperare: il Vangelo vivente e personale, Gesù Cristo stesso, è la «notizia» nuova e apportatrice di gioia che la Chiesa ogni giorno annuncia e testimonia a tutti gli uomini.
In questo annuncio e in questa testimonianza i fedeli laici hanno un posto originale e insostituibile: per mezzo loro la Chiesa di Cristo è resa presente nei più svariati settori del mondo, come segno e fonte di speranza e di amore.

lunedì 2 ottobre 2017

Grazie


Ci sono azioni che non sai quale strada raggiungerà, questa ha arrivato a le 9000 visite.  Grazie del cuore.  Spero e lo che hai letto qui ti ha aiutato a rimanere in Gesù e avicinarti più a la sua gracia.