venerdì 30 marzo 2012

Tratto da: Sr. Consolata Betrone

Originale: Sour Consolata Betrone e le piccolissime (21) via www.libellulasilenziosa.wordpress.com

L'atto d'amore di cui parla Gesù e pregare: "Gesù, Maria, vi amo, salvate anime."

Testo Originale:

r. Consolata Betrone e le Piccolissime -21-
Tratto da: Sr. Consolata Betrone

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L’intensità d’amore nell’intensità dell’atto d’amore

E’ questo il terzo requisito per la perfezione dell’amore: dare al nostro amore la massima intensità possibile: Ama il Signore tuo Dio… con tutta la tua forza. Se già dobbiamo amare il prossimo come Gesù ha amato noi, tanto più dello stesso amore dobbiamo amare Lui stesso per corrispondere al suo amore. L’unica misura nell’amore di Dio – dice S. Bernardo – è di amarlo senza misura. Quel voler amare Gesù “come nessuno lo ha amato mai”, che è di tutti i Santi, dovrebbe essere di tutte le anime, almeno nel desiderio e nello sforzo.
Le diceva, dunque, Gesù (10 novembre 1936): Consolata, non dobbiamo più solo pensare ad evitare difetti, ma il nostro sforzo deve tendere ad amare Gesù alla follia. Io voglio essere amato da te alla follia.
Amare Gesù alla follia! Può un’anima giungere a tanto? Si, con la grazia di Dio, e questa appunto Gesù prometteva a Suor Consolata (11 novembre 1935): Confida, Consolata, Io sono l’Onnipotente e ti amo alla follia e anche tu mi amerai alla follia, te lo prometto.
E quale il mezzo per giungere a tanto intenso amore? L’atto incessante d’amore. Un giorno (22 luglio 1936) Gesù faceva sentire a suor Consolata il suo pressante invito: Amami, Consolata, amami tanto! E alla domanda di lei su come fare per amarlo tanto, rispondeva: Con l’atto d’amore incessante mi si ama tanto. Poi ancora qualche giorno dopo (2 agosto): Con l’atto incessante d’amore tu mi amerai alla follia!
Il segreto sta nell’imprimere a quest’atto continuo d’amore la massima intensità. Così infatti la SS. Vergine istruiva suor Consolata, come risulta dal diario (14 luglio 1936): “… A ricreazione era stato detto che chi fa più sacrifici ama Gesù di più. Pensando a queste parole stasera a meditazione ero un po’ mesta, perché io non faccio sacrifici grandi per Gesù, eppure il desiderio di amarlo alla follia è così intenso! Non ero dunque una povera illusa?… Alzai lo sguardo, a me di fronte v’era la statua della Vergine Santa e mentre la guardavo, un pensiero confortante penetrò in me: la Madonna che cosa mai di grande aveva fatto durante i suoi anni mortali, a Nazaret? Eppure nessuna creatura mai la sorpasserà nell’amore verso Dio. Mentre pensavo a Lei, promettendomi di imitarla, intesi: Per amare Gesù tanto, tutto consiste nel dare al tuo incessante atto d’amore tutta l’intensità d’amore possibile!”
Che poi suor Consolata, attraverso l’incessante atto d’amore, amasse il più intensamente possibile, lo si può desumere dal fatto che Dio stesso doveva intervenire a frenarla nei suo impeti amorosi. Le diceva infatti il Divin Padre (29 novembre 1935): Anche nel tuo atto d’amore, calma; perché se non procedi con calma, se tu fai violenza al cuore con gli impeti, questo, sfinito, non potrà più proseguire il suo canto. Non credere che sia meno ardente, se è più calmo; ne assicura la continuità, hai capito? L’amore di per sé è fuoco, lascia che consumi tranquillamente la mia piccola ostia. Ama con pace, lascia che l’amore consumi dolcemente, non con impeto, con veemenza, che ti prostra e t’impedisce poi di rallegrarmi col tuo canto.
A riguardo la esortava un’altra volta Gesù: Vedi, Consolata, se tu continui ad amarmi con calma, puoi darmi quest’atto incessante; se tu, all’opposto, vuoi forzare il tuo cuore ad amarmi impetuosamente, sarai costretta a fermate, non avendo più forze a proseguirlo.

Bisognerebbe, del resto, riportare gran parte delle sue lettere, nonché gli appunti intimi di diario, per comprendere il fuoco d’amore che andò man mano accumulandosi nel cuore attraverso l’incessante atto d’amore. E’, comunque un fatto che il suo povero cuore, troppo piccolo per contenere tanto incendio d’amore, ne soffriva anche fisicamente. Una sola citazione (4 luglio 1936): “Stasera potei sostare un po’ davanti al santo tabernacolo (il mio povero cuore incomincia a consumare e non può ritenere i desideri, gli slanci d’amore). Mi sentii pervasa dal bisogno infinito d’amare Gesù, che mi ama alla follia, con amore di pari follia, e sentii che a ripetere a Gesù i desideri infiniti di amarlo, vi era un altro cuore nel mio: il Cuore Divino! Questo poteva slanciarsi nell’infinito senza abbattere la natura!”[70]
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Nota:
[70] Su come l’intensità d’amore per Dio, in altri casi di santità cristiana, possa “consumare” in breve tempo la creatura, è emblematica la storia di Paisia, peccatrice convertita e morta d’amore, in quanto “la sua penitenza di un’ora fu più gradita a Dio di quella che altri fanno per lungo tempo. Perché essi non lo fanno con tanto fervore come lei”. Cf. Vita e detti dei padri del deserto. La storia di Paisia impressionò fortemente pure S. Teresa di Lisieux.


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