Oggi il Vangelo ci parla di un nuovo comandamento che ci lascia Gesù: che vi amati gli uni gli altri come Io vi ho amato. Ci dice il diacono, che Gesù con questo nuovo comandamento ci parla del primo comandamento che ci chiede di amare Dio. Come ci dice Sant'Agostino, i primi cristiani si amavano tra loro perché vedevano Dio nell'altro. Cioè amavano Dio nel prossimo. Questo mi ricorda una volta che ho assistito a una veglia di Pasqua dall'interno della chiesa. In quell'occasione osservai come entravano tutti con una candela, accese tutte del Cero Pasquale che rappresenta Cristo. Ricordo di aver capito che dobbiamo amare gli altri perché dentro di loro c'è Gesù stesso. E Lui ce l'ha già detto: ciò che fanno ai miei fratelli più piccoli è come se lo facessero a me. Come dice una suora della carità, dell'ordine di Santa Teresa di Calcutta, che a volte la santa doveva ricordare loro che stavano servendo Gesù, affinché ricordassero che era Gesù che lavavano le ferite e curavano. Non per niente l'amore in latino è caritas, cioè carità. Deus caritas est, Dio è amore. E Gesù ci ha già detto: "siate perfetti come il mio Padre è perfetto." Osea amiamo come ci ha amato Gesù, che amava i peccatori, che amava i suoi nemici così tanto da chiedere a Dio "perdonali perché non sanno quello che fanno", che è morto per tutti su una croce, che si è fatto servitore di tutti così tanto da lavare i piedi ai suoi discepoli. E forse noi non possiamo fare miracoli ma si possiamo amare, aiutare il prossimo e uscire al suo incontro se è possibile, a volte non c'è bisogno di soldi, a volte anche solo ascoltare è un grande aiuto a chi ha bisogno di essere ascoltato.
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