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La Lujuria - Plaga del Carácter via el blog de Catolicidad
Aroma di Luce...La terra sorride quando fiorisce...
venerdì 7 marzo 2014
La Lujuria
martedì 7 gennaio 2014
Gesù...Eternità
Lessi in un scritto nel facebook che Il Natale mostra come il tempo fu invaso per l'eternità. Non ricordo le esatte parole, ma qualcosa così ricordo. E si, nella Natività di nostro Signore Gesù, siamo stati invasi per l'eternità di un Dio che si fece Bambino, un Bambino indifeso, e tuttavia, come lo chiamiamo in Messico, un "Bambino Dio" . Un "Dio con noi", il nostro Emanuel. Ed Lui che è infinito, ha voluto essere limitato al nostro tempo terreno, ha voluto sentire le nostre pene, ha voluto vivere la nostra vita, ha voluto sperimentare quello che l'essere umano sperimenta durante la sua vita. Ed Lui, Dio, Dio Figlio, fu Bambino e Dio. È impressionante, come Dio volle essere presente nelle nostre vite, nascendo tra noi, forse tutto questo è ridondanza, ma mostra la gran umiltà del nostro Dio che si ha fatto degno a vivere tra noi, ad essere uno di noi, si, Dio nacque, come tu opurre io, crebbe, fu curato da Maria e Giuseppe, e venne soprattutto, a mostrarci il gran amore di Dio Padre verso l'umanità. E si, in Lui tutto era infinito, illimitato; la sua umiltà, la sua bontà, il suo amore, la sua comprensione, il suo perdono, tutto il bene era in Lui, l'infinità di un tempo che si trattenne ad adorarlo, come i pastori, come i Re Magi. Tanto cosicché 2013 anni dopo, la sua nascita segue presente, Gesù, il Bambino Dio continua a nascere nei cuori della gente di Buona volontà, di quelli che ama Dio, e la sua opera ed il suo messaggio di Pace e di Speranza continua a cambiare i cuori di molta gente affinché chi che creda in Gesù abbia vita, ed una vita eterna, perché un Dio infinito che c'ama tanto ha voluto regalarci parte di quell'eternità, e darci una felicità che non finisca mai, una felicità al suo fianco. Per me, il Natale segna il principio di quell'eternità accanto a Dio. Lodata sia la Santissima Trinità: Dio Padre, Dio Figlio, e Dio Spirito Santo.
venerdì 22 novembre 2013
Salmo 121
Salmo 121
[1] Canto delle ascensioni.
Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto?
[2] Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra.
[3] Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode.
[4] Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d'Israele.
[5] Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra.
[6] Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di note.
[7] Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita.
[8] Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre.
domenica 3 novembre 2013
Sapienza 11, 22 - 12, 2
Sap 11,22 - 12,2
Dal libro della Sapienza.
Signore, tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento.
Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita.
Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.
Dal libro della Sapienza.
Signore, tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento.
Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita.
Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.
Riflessione:
Oggi ascoltai questa lettura della Bibbia in messa, e devo confessare che poco prima che incominciasse la messa, la lessi. E mi rimanga trasognata. In parole cosi belle, cosi poetiche, c'è rivelato un Dio che c'ama tanto che dice qui Lui non dubito di crearci, c'amò dall'inizio nonostante le nostre trasgressioni, dei nostri peccati. Dice la lettura che siamo come una goccia di rugiada, come piccolo polvere davanti agli occhi di Dio. Ma, Lui guarda in noi quello che possiamo essere, perché ci ha creati alla sua immagine, per quel motive soltanto ci rimprovera come un padre fa coi suoi figli, affinché ci convertiamo, affinché noi pentiamo e crediamo in Lui, come quell'immagine nella quale ci ha creato e che è perfetta in Cristo Gesù, vero Dio e vero uomo. Gesù, ci mostra a questo Dio compassionevole, perché venne "a "curare" i peccatori, a darci una nuova vita, una nuova forma di vivere, di vedere il mondo, ai nostro prossimo. Egli è l'immagine di Dio, di un amore che si compatisce tutti e desidera la salvazione di tutti, che permette la nostra caduta per aiutarci ad alzarci ed a mostrarci una strada più sicura per la quale non inciamperemo. Una strada della mano di Gesù.
Isaia 55:10-11
[10] Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
[11] così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.
domenica 15 settembre 2013
Il mio Si - Beato John Henry Newman
Io sono creato per fare e per essere qualcuno
per cui nessun altro è creato.
Io occupo un posto mio
nei consigli di Dio, nel mondo di Dio:
un posto da nessun altro occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero
disprezzato o stimato dagli uomini:
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Egli mi ha affidato un lavoro
che non ha affidato a nessun altro.
Io ho la mia missione.
In qualche modo sono necessario ai suoi intenti
tanto necessario al posto mio
quanto un arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente.
Io farò del bene, farò il suo lavoro.
Sarò un angelo di pace
un predicatore della verità
nel posto che egli mi ha assegnato
anche senza che io lo sappia,
purcé io segua i suoi comandamenti
e lo serva nella mia vocazione.
per cui nessun altro è creato.
Io occupo un posto mio
nei consigli di Dio, nel mondo di Dio:
un posto da nessun altro occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero
disprezzato o stimato dagli uomini:
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Egli mi ha affidato un lavoro
che non ha affidato a nessun altro.
Io ho la mia missione.
In qualche modo sono necessario ai suoi intenti
tanto necessario al posto mio
quanto un arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente.
Io farò del bene, farò il suo lavoro.
Sarò un angelo di pace
un predicatore della verità
nel posto che egli mi ha assegnato
anche senza che io lo sappia,
purcé io segua i suoi comandamenti
e lo serva nella mia vocazione.
venerdì 9 agosto 2013
"Dives in Misericordia" di Beato Giovanni Paolo II
"In tal modo, la misericordia viene, in certo senso, contrapposta alla giustizia divina e si rivela, in molti casi, non solo più potente di essa, ma anche più profonda. Già l'Antico Testamento insegna che, sebbene la giustizia sia autentica virtù nell'uomo, e in Dio significhi la perfezione trascendente, tuttavia l'amore è «più grande» di essa: è più grande nel senso che è primario e fondamentale. L'amore, per cosi dire, condiziona la giustizia e, in definitiva, la giustizia serve la carità. Il primato e la superiorità dell'amore nei riguardi della giustizia (ciò è caratteristico di tutta la rivelazione) si manifestano proprio attraverso la misericordia. Ciò sembrò tanto chiaro ai salmisti ed ai profeti che il termine stesso di giustizia fini per significare la salvezza realizzata dal Signore e la sua misericordia. La misericordia differisce dalla giustizia, però non contrasta con essa, se ammettiamo nella storia dell'uomo - come fa appunto l'Antico Testamento - la presenza di Dio, il quale già come creatore si è legato con un particolare amore alla sua creatura. L'amore, per natura, esclude l'odio e il desiderio del male nei riguardi di colui al quale una volta ha dato in dono se stesso: Nihil odisti eorum quae fecisti, «nulla tu disprezzi di quanto hai creato». Queste parole indicano il fondamento profondo del rapporto tra la giustizia e la misericordia in Dio, nelle sue relazioni con l'uomo e con il mondo. Esse dicono che dobbiamo cercare le radici vivificanti e le ragioni intime di questo rapporto risalendo al «principio», nel mistero stesso della creazione. E già nel contesto dell'antica Alleanza esse preannunciano la piena rivelazione di Dio, che «è amore»."
Aroma a
Enciclica,
Giovanni Paolo II,
Misericordia
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